Bicicletta, per sentirsi bene e per la riabilitazione
|Pedala. Suona quasi come un monito, in questo periodo, il richiamo a muoversi su due ruote sfruttando la forza delle gambe. Grazie a questa attività, che può essere svolta anche in casa o in palestra con la classica cyclette, si fa del bene ai muscoli, ai tendini, alle ossa e alle articolazioni. E soprattutto ci si mantiene in forma combattendo il sovrappeso. Occorre ovviamente avere cautela, se le condizioni fisiche non sono ottimali, per evitare sforzi troppo intensi, magari legati a dure salite.
Ma non ci sono dubbi che questa forma di attività fisica aerobica può aiutarci a stare meglio e può diventare uno strumento anche per riprendere a muoversi dopo un intervento dell’ortopedico. Lo spiega, in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla “bici”, Valeria Gattoronchieri, medico specializzato in Fisiatria, parte dell’equipe di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano.
Un’attività per tutti
Certo, ci vuole giudizio. E non bisogna strafare se non si è abbastanza allenati. Ma non ci sono dubbi che tutti, e a tutte le età, con le dovute precauzioni (non dimenticate mai l’uso del casco) possono cogliere il meglio da questa modalità di trasporto “verde” e sana. “Il ciclismo – spiega la Gattoronchieri – è uno sport alla portata della maggior parte delle persone perché è un’attività fisica a basso impatto. Questo vuol dire che le articolazioni non sono sottoposte a particolare stress, come può avvenire per altri sport, per esempio la corsa o l’atletica. Può essere praticato sia dai giovani sia dai meno giovani e i benefici sono notevoli sia per il sistema cardiovascolare sia muscolare”.
Prima di salire in sella, all’aria aperta è consigliabile prendere familiarità con la pedalata anche in casa, utilizzando la cyclette: “La cyclette non è meno utile della bicicletta, se si pensa che sono molti gli sportivi, anche a livello agonistico, che dopo gli infortuni utilizzano le biciclette statiche per il recupero. Nei percorsi di riabilitazione dell’ASST Gaetano Pini-CTO questo strumento è inserito e utilizzato nelle nostre palestre riabilitative da diversi pazienti, sia da chi ha subito un intervento chirurgico importante, come l’inserimento di una protesi al ginocchio, all’anca o una frattura di femore, sia dai pazienti artrosici che traggono particolare benefici dall’attivazione del sistema cardiovascolare, ma anche dai pazienti parkinsoniani, se hanno un buon equilibrio e associata a un progetto riabilitativo più specifico, perché pedalare è un gesto che allena anche la coordinazione dei movimenti. Utilizziamo la cyclette, a volte già nel corso della degenza, quindi subito dopo l’intervento e frequentemente nei percorsi ambulatoriali o MAC”.
Muoversi con giudizio
L’attività fisica può essere pericolosa per chi non è allenato, perché può condurre ad un sovraccarico cardiocircolatorio e quindi ad un affaticamento per il cuore oltre che ad un aumento dell’accumulo di acido lattico nei muscoli e quindi un maggio rischio per tendini e articolazione. È quindi fondamentale iniziare con calma, partendo da sforzi brevi di tipo aerobico (che cioè consentono di rifornire l’organismo di ossigeno) come appunto quelli che si fanno in bicicletta su un percorso pianeggiante.
Ricordiamo che il ciclismo è un’attività aerobica, che comporta un impegno costante e fa lavorare assiduamente cuore e polmoni, a meno che non comporti la comparsa di fiatone, segno che il corpo sta faticando per tenere il ritmo. In genere, quando si pedala, contrazioni e decontrazioni muscolari si ripetono ritmicamente e quindi questo sport potrebbe essere consigliato, se il medico lo ritiene, anche per chi ha la pressione arteriosa leggermente alta. Tra le istruzioni per l’uso, meglio fare attenzione ai segnali che il corpo invia, ed in particolare all’eccessiva sollecitazione per i muscoli di coscia e polpaccio: si rischia la contrattura. Per questo occorre fermarsi non appena il muscolo inizia a “tirare”, anche se si ha la sensazione di sopportare il dolore.